lunedì 12 settembre 2016

Iniziamo a fare CrossFit. 01 I nove fondamentali

Immagine ufficiale di uno dei 9 movimenti fondamentali

Il CrossFit è una materia vasta e complessa.

Se risulta ben fruibile da tutti nella sua formulazione finale ad uno sguardo più attento e profondo rivela una struttura interna ben articolata. Infatti lo possiamo dividere in tre macro aree:
  1. Pesistica ovvero l'atleta sta fermo ed il carico si muove;
  2. Ginnastica ovvero l'atleta si muove e l'attrezzo rimane fermo;
  3. Ciclico metabolico ovvero con o senza attrezzo l'atleta compie un movimento ciclico ripetitivo.
A loro volta suddivisibili in 8 categorie
  1. Alzate di potenza;
  2. Alzate olimpiche;
  3. Velocità;
  4. Resistenza;
  5. Carico naturale;
  6. Movimenti pesanti;
  7. Movimenti leggeri;
  8. Sequenze lunghe.
E qui ci fermiamo essendo questo un articolo di sola introduzione e non una trattazione esaustiva.

Risulta estremamente consigliata la visione di questo video sui 9 movimenti fondamentali del CrossFit:


Sarà esattamente il tema di alcune delle nostre lezioni di avviamento al CrossFit, così come impostato a CrossFit Pistoia.

Per gli orari delle nostre classi di avviamento consultare:


I 9 fondamentali sono:

  1. Air squat;
  2. Front squat;
  3. Over head squat;
  4. Shoulder press;
  5. Push press;
  6. Push jerk;
  7. Deadlift;
  8. Sumo deadlift high pull;
  9. Med ball clean.
Ogni lezione vedremo una delle tre serie, la serie degli squat, la serie dei press e la serie dei deadlift.
Prima di finire la lezione li metteremo in performance provando i vari protocolli di allenamento, ad esempio:
  1. A.M.R.A.P.;
  2. E.M.O.M.
  3. Rounds for time;
  4. For time...
In questo modo quando parteciperete alle lezioni sarete immediatamente in grado di decifrare prima ed eseguire poi i nostri fantastici w.o.d. (workout of the day)!

Buon allenamento con CrossFit Pistoia


domenica 11 settembre 2016

Iniziamo a fare CrossFit. 02 Gli altri fondamentali. Core stability

Ponte in supinazione

Già ben prima di iniziare a praticare ed insegnare CrossFit ammonivo i miei allievi in fitness, arti marziali e sport da combattimento sulla primaria importanza della stabilità e possanza del tronco.

La similitudine che portavo era, ed è, la seguente:

"Avete mai visto un albero con il tronco sottile ed i rami spessi?"

Quindi quando sul manuale delle istruzioni del CrossFit ho letto che ogni suo movimento, del CrossFit, si muove "from centre to periphery" la sintonia è stata totale.

In questo articolo troverete alcune indicazioni su come consolidare la stabilità del vostro tronco, del vostro "torchio" addominale in vista dei futuri progressi che compierete nel CrossFit.

Anche in questo ambito la letteratura disponibile in rete è molto vasta e di livello non uniforme, riportiamo due esempi di trattazione abbastanza esauriente e competente

http://www.albanesi.it/corsa/core_stability.htm

http://www.my-personaltrainer.it/allenamento/core-training.html

Per progredire nel CrossFit, come in tutti gli sport, servono solide base. Occorre una diuturna pratica dei fondamentali. Il lavoro da svolgere nel CrossFit è triplice essendo questo suddiviso in tre macro aree:
  1. Pesistica ovvero l'atleta sta fermo ed il carico si muove;
  2. Ginnastica ovvero l'atleta si muove e l'attrezzo rimane fermo;
  3. Ciclica metabolica ovvero con o senza attrezzo l'atleta compie un movimento ciclico ripetitivo.
L'allenamento per la stabilità centrale dell'essere umano appartiene all'aera dei movimenti ginnici.

In questo articolo vi spiegheremo gli esercizi per la costruzione delle basi della "Core stability/Fermezza del tronco" come la si insegna e la si pratica nelle classi di avviamento al CrossFit di CrossFit Pistoia.

Nel link qui sotto puoi trovare gli orari delle nostre classi di avviamento al CrossFit

http://www.crossfitpistoia.com/corsi/

Mentre in questo video vedrete una breve sintesi dei movimenti statici, in tenuta (plank, ponte o come dir si voglia) che fanno parte della routine di base di CrossFit Pistoia

https://www.youtube.com/watch?v=qFJJqH4EsZU

Si tratta di 6 tenute:
  1. Ponte o plank in pronoazione;
  2. Ponte laterale sn/dx:
  3. Ponte laterale dx/sn;
  4. Ponte o plank in supinazione;
  5. Angelo/Hollow up;
  6. Barchetta/Hollow down.

Dopo una prima pratica propedeutica si passa ad una sequenza temporale che alterna tenute e riposi, i riposi comprendono il tempo di transizione. Una prima scaletta potrebbe essere 6 posizioni, 30" in tenuta e 15" per riposi e transizioni.
Per avere un indicatore affidabile della stabilità del vostro corsetto addominale bisogna arrivare ad un minuto ininterrotto con il solo tempo tecnico di transizione. In una indicativa classifica avremo:

Barchetta/Hollow up
  1. 6 tenute per 1' ciascuna, livello buono;
  2. 6 tenute per 2' ciascuna, livello molto buono;
  3. 6 tenute per 3' ciascuna, livello di eccellenza.
Ponte laterale

Quando la classe di nuovi "crofffitters" riesce a fare 6 posizioni per 30" si può introdurre una serie di episodi dinamici che si alterneranno a quelli statici. Basta semplicemente inserire il classico Ab mat sit up con gambe a diamante/farfalla tra una tenuta e l'altra.

Angelo/Hollow down
Nei minuti dispari si fanno le tenute, in quelli pari gli Ab mat sit up. Si totalizzano 12 minuti che possono costituire una notevole sessione di warm up o, per i principianti la parte principale della loro prestazione

Ponte in pronazione
Per quello che riguarda la parte fasica dobbiamo ricordare che  Ab mat sit up si dispiega sul piano sagittale. In un crescendo di complessità e completezza potremmo aggiungere dei movimenti sugli altri due piani dello spazio fino ad avere la sequenza triplanare completa:
  1. Ab mat sit up, piano sagittale;
  2. Spinal rock, piano frontale;
  3. Russian twist seated, piano coronale.
Quindi un super set super completo potrebbe essere:
  1. Ponte in pronazione;
  2. Ab mat s.u;
  3. Spinal rock;
  4. Rusian twist;
  5. Ponte laterale dx/sn;
  6. Ab mat s.u;
  7. Spinal rock;
  8. Russian twist;
  9. Ponte laterale sn/dx;
  10. Ab mat s.u;
  11. Spinal rock;
  12. Russian twist;
  13. Ponte in supinazione;
  14. Ab mat s.u;
  15. Spinal rock;
  16. Russian twist;
  17. Angelo;
  18. Ab mat s.u;
  19. Spinal rock;
  20. Russian twist;
  21. Barchetta;
  22. Ab mat s.u;
  23. Spinal rock;
  24. Russian twist;
Questi 24 minuti sono un obiettivo di lungo termine, oltre 6 mesi per chi inizia a fare CrossFit con noi.




venerdì 19 agosto 2016

CrossFit in New York City

CrossFit in New York City

Approfittando della sovrapposizione dei compleanni a cifra tonda, mio e di mia moglie, ci siamo concessi un regalo transoceanico: una settimana di vacanza familiare con i figli a Nuova York.

Appena sbrigate le pratiche in agenzia e localizzata la disposizione sulla mappa dell'albergo che ci avrebbe ospitato a Manhattan, ho immantinente chiesto al mio smartphone di visualizzare le "goccioline" di localizzazione dei Box CrossFit più vicini alla mia dimora americana. Erano fitte come quelle di sudore sulla fronte di un reduce da un "Hero" workout!

Il mio albergo, gocciolina grigia, ed, in rosso, i Box viciniori

Prossima missione sarebbe stata isolare nella fitta trama di visite, shopping e ristori nella "Grande mela" qualche manciata di minuti per visitare i Box limitrofi e se possibile capitalizzare un workout statunitense originale, nella peggior ipotesi anche in modalità Open Box.

Da casa, in Italia, mi ero premurato di mandare qualche mail per annunciare la mia visita ed avere qualche info.

Il primo Box che approccio è CrossFit Hell's Kitchen essendo a pochi passi dal New Yorker dove eravamo alloggiati. Pensavo di essere stato preceduto da una mia mail di presentazione, ma purtroppo non era stata recapitata (?). Sono stati molto gentili e mi hanno comunque concesso la gratuità che avevo letto spettante ai Box Owner.

Breve inciso sulle tariffe.
Senza specificare dirò che il singolo ingresso, detto "walk in", si attesta da un minimo di 30 euro ad un massimo di 45. Ci sarebbe anche una ventilata percentuale di "tax" ma in realtà non mi è mai stata applicata.

Torniamo ad Hell's Kitchen, che porta il nome del quartiere in cui si trova, quartiere che come ci si allontana dalle Avenues per inoltrarsi nelle Streets cambia decisamente volto. Ne assume uno più crudo e cupo ma che mantiene un innegabile fascino.

Il Box si affaccia direttamente sula strada, ben attrezzato, principalmente Rogue, pubblica in tempo reale gli w.o.d. su di un maxi schermo, usanza che ritroverò anche negli altri Box da me visitati in NYC.

Gli istruttori americani hanno uno stile di presentazione della lezione tanto rapido quanto teatrale. Hanno una particolare prosodia del parlato che tiene alcune parti della frase volutamente in sospeso, come se si aspettassero sempre l'applauso.

Mimano con accuratezza gli esercizi, esplicano subito le regressioni di movimento e le riduzioni di peso rispetto alla prescrizione.

Hell's Kitchen

Il maxi schermo con gli w.o.d.

I frequentatori della lezione alla quale ho partecipato erano di livello medio, vestiti molto informali, non interagivano molto tra loro. Il clima era sereno ma formale. 

Alla fine hanno rimesso tutto a posto in un batter d'occhio! Senza soluzione di continuità è iniziata una classe mono strutturale di weightlifting. Purtroppo non ho potuto partecipare dato che il mio tempo libero era scaduto.

Però le presenze sono raddoppiate per la classe di "barbell" infatti si sono uniti ai "crossfitters" un gruppo di culturisti, tutti afro americani, con una corrucciata ghigna di "default". Infatti il box ha nel suo soppalco (!) una sezione dedicata alla pesistica "body building". Attrezzato molto rustico e grezzo con una linea clone della più celebre "Hammer strenght".

CrossFit "Fifth Avenue" l'ho invece incontrato per caso passeggiando.
E di questo me ne rammarico vivamente. A mio avviso il Box più bello, mi sono apparsi molto cortesi gli allenatori che mi hanno vivamente incoraggiato a tornare il prima possibile per allenarmi con loro. La notizia che venivo dall'Italia ha forse aggiunto qualcosa alla loro, non si sa quanto affettata, cortesia.

La rampa di scale che conduce alla reception del Box

Il bel rack con le notevoli palle mediche Dynamax

Panoramica

Cortesia e cordialità che non ho invece riscontrato a "CrossFit NYC", che avevo già contattato per mail. Pur avendo la borsa con il cambio non ho potuto allenarmi. La prenotazione era obbligatoria anche per gli "walk in/ingressi giornalieri". Ed inoltre era necessario compilare un form di autovalutazione sullo stato di confidenza con il CrossFit e probabilmente partecipare ad una classe introduttiva.

Tutto questo mi è stato comunicato mente il coach alla reception consumava una ricca "chicken salade" venduta dall'onnipresente banchino del pakistano accanto all'ingresso della palestra.

Indefettibile insegna sulla strada

CrossFit NYC "The black box", si preparano per la mobilità a corpo libero

Altra vita invece a "CrossFit Union Square"!
Unico difetto da me rilevato è che il Box segue gli orari del negozio Reebok all'interno del quale si trova. O meglio sotto il quale si trova.

Infatti il mio primo tentativo di allenarmi presso di loro è andato a vuoto in quanto alle 19.29 i solerti commessi del punto avevano già tirato giù il bandone.

Il secondo tentativo è andato meglio ma mi hanno concesso solo la modalità Open Box non essendoci classi al momento della mia visita disponibili.

Il coach è stato molto gentile mi ha detto solo di rimettere tutto a posto e di non farmi, ovviamente,
male.

Il loro punto di forza è la stazione weightlifting olimpico completamente attrezzata Eleiko, marca leader del settore. Già un corner del genere basta a determinare, giustamente, l'elevato prezzo del servizio.

La scala che porta dal negozio Reebok al Box

La bellissima postazione Eleiko

Leaderboard dei w.o.d. "The girls" e degli "Hero"

Certamente una gita mordi e fuggi come la mia non è assolutamente indicativa per profferire giudizi definitivi sul CrossFit negli S.U.A.

Il mio consiglio si limita a ciò che deriva da una epidermica prima impressione che non ha avuto modo di avere un secondo riscontro.

Se vi recate nella più celebre città degli States io vi indirizzerei decisamente verso "CrossFit 5th Avenue". Oltre alla prestigiosa location, nella Avenue più importante della città, ha una bellissima attrezzatura e vanta nel suo staff di insegnanti la fortissima atleta islandese Thorisdottir.

Considerazioni a margine:

  1. I Box sono molto grandi ma non molto luminosi, per scelta probabilmente. Non sono molto alti dato che sono ai primi piani o nei seminterrati del centro della città dove il costo al metro quadro deve essere altissimo;
  2. Appaiono molto puliti ed ordinati per merito anche degli atleti che non lasciano mai traccia dei loro allenamenti;
  3. Molto belli i pavimenti, gomma antiurto lucida con nervature anti scivolo. Questo pavimento magari non concede molto comfort per le sessioni di mobilità o di corpo libero ma risulta per il resto altamente funzionale;
  4. Stranamente non mi sembra di aver visto G.H.D.;
  5. Ottima l'idea dei w.o.d. pubblicati sui maxi schermi, in genere collegati ad un programma on line di registrazione dei risultati degli atleti;
  6. Un attrezzo che non conoscevo e che ho molto apprezzato è stato il "jerk block" morbido in gomma e pvc. Il "jerk block" serve per accorciare la traiettoria nelle alzate olimpiche e maneggiare di conseguenza carichi che altrimenti sarebbero preclusi. Consente inoltre un "drop" sicuro e non rumoroso;
  7. In merito anche al mio precedente post http://crossfitpistoia.blogspot.it/2016/06/crossfit-drop-do-and-don.html devo dire che gli americani posano sempre con cura i bilancieri e non fanno "drop" al di fuori delle pedane olimpiche.
Sarebbe bello a questo punto leggere le impressioni di uno statunitense che avesse fatto un viaggio tra i Box d'Italia...


La grande idea degli americani, jerk blocks morbidi! Qui a Union Square
Ancora jerk blocks ma questa volta al Black Box NYC

giovedì 11 agosto 2016

CrossFit, in spiaggia, nessuna ragazza si innamorerà più del bagnino!



...oppure volto al femminile, nessuno più si volterà a guardare tanga succinti!
Sguardi più o meno furtivi saranno tutti per voi.

Come fare?

Allenatevi in spiaggia con questi semplici ma devastanti w.o.b. (workout of the beach) preparati apposta per voi!

Già vi avevamo dato alcune indicazioni su come allenarvi a casa

http://crossfitpistoia.blogspot.it/2016/06/crossfit-casa-vi-spiego-come-parte-prima.html

ora invece portiamo il nostro sport del cuore sulla riviera.

Abbiamo scelto la spiaggia dato che ne abbiamo già testato le notevoli potenzialità allenati.

Anche la montagna offre situazioni altamente interessanti, ma non avendo ancora fatto esperimenti sul campo preferiamo attendere di avere dati ed esiti prima di proporre allenamenti.

Torniamo alla spiaggia.

Avvertenza:

  1.  Evitate le ore più calde, usate una protezione solare adeguata ed occhiali da sole di qualità (per l'incidenza dei raggi UV consultare i bollettini  http://meteo.viaggi.virgilio.it/raggi-ultravioletti/index.html);
  2. Idratatevi abbondantemente nelle ore precedenti l'allenamento;
  3. Assicuratevi di non recare disturbo agli altri frequentatori dell'arenile.
Warm up ridotto al minimo, l'elastina del collagene è già in temperatura e quindi con solo un poco di mobilità e di attivazione neuro muscolare siete pronti ed operativi.

I protocolli di forza sono esclusi, a meno di non partecipare ad un evento organizzato che disponga di sovraccarichi, anche non ortodossi, come ad esempio piccoli scafi o patini di trascinare.

Ecco alcuni suggerimenti di workout:

A.M.R.A.P. 20'
  • Shuttle run/corsa avanti indietro sulla spiaggia, 50 metri;
  • Sit up con la testa sul bagnasciuga, 50 reps;
  • Guado orizzontale in mare fino al petto con le braccia sopra la testa, 50 metri;
  • Push up, 50 reps.
Il sit up con la testa verso il bagnasciuga è molto divertente! Vi dovete sincronizzare con le onde per non andare sotto l'acqua ed il dislivello verso il mare costringe ad una bella tenuta isometrica.



FOR TIME

  • 100 walking lounges, meglio se nell'acqua;
  • 60" hollow position pancia in su testa verso il bagnasciuga;
  • 100 push ups;
  • 60" hollow position pancia in giù;
  • 100 jump ait squats / air squats.
Per le hollow positions ( dette anche "barchetta" quando siete a pancia in su e "angelo" quando siete a pancia in giù) stare rivolti verso le onde è una bella difficoltà in più.

Per chi sa nuotare bene e se le condizioni del mare lo consentono si può sostituire il primo esercizio dei due workout di cui sopra con il nuoto, ad esempio dalla spiaggia ad una boa e tornare indietro oppure in orizzontale sfruttando dei riferimenti in spiaggia.

Oppure un mono strutturale di resistenza

5 ROUNDS FOR TIME

  • 200 metri shuttle run, anche nell'acqua;
  • 100 jumpin' jacks (saltelli divaricando braccia e gambe)
  • 50 metri nuoto, anche con la tavoletta;
Buon allenamento!

domenica 24 luglio 2016

American swing versus Russian swing, quale potrebbe essere il migliore “per te”?

American swing versus Russian swing, quale potrebbe essere il migliore “per te”?

American swing
American swing
La community del CrossFit è quasi unanimemente schierata sulle linee tracciate da questo celebre e discusso articolo:

http://library.crossfit.com/free/pdf/25_04_kettlebell_swing_Rev_07_2012.pdf

che ha suscitato un vasto e qualificato dibattito avviato dalle risposte della parte contrapposta:

http://breakingmuscle.com/functional-fitness/why-crossfit-will-never-just-cool-it-with-the-american-swing
Russian swing
Swing pesante alla russa, 32 chili per Chiara
Una possibile composizione è già stata offerta, con modo e misura, in questo articolo, di parte CrossFit:

https://www.crossfitinvictus.com/blog/the-great-kettlebell-swing-debate/

Proviamo a dare il nostro contributo, “Amicus Plato, amicus Socrates, sed prehonoranda veritas”, cercando di stabilire quale sia la migliore tipologia di swing in funzione di un obiettivo specifico e misurabile.

American swing
American swing durante una gara osservato da un giudice
Cinque motivi per fare American Swing nelle vostre sessioni di allenamento:
  1. Come insegnato al corso di CrossFit Judge l'american swing appartiene a quella categoria di movimenti il cui punto di arrivo e di partenza sono ben individuabili senza lasciare spazio ad interpretazioni di sorta. La parte centrale della traiettoria dell'attrezzo non segue obblighi di traiettoria, è lasciata libertà all'atleta e questo non è per forza di cosa un “minus”;
  2. Se l'american swing fa parte di un benchmark, ad esempio il w.o.d. “Helen”, si deve fare american swing. Per avere una prestazione “Rx'd” senza scalare il carico o accorciare la traiettoria dovete portare sopra la vostra testa a braccia tese una kettlebell di 24 chili (1,5 pood nella tradizionale misura russa);
  3. Sempre secondo gli assunti teorici del CrossFit la versione american consente di produrre maggior lavoro (intensità) in tempo minore privilegiando una traiettoria completa;
  4. Dal punto 4 consegue che con un set limitato di kettlebell ad esempio 16, 24 e 32 chili si possono allenare alta intensità atleti con capacità diverse in workout in modalità “couplet”, “triplet” e “chipper”;
  5. Evidenzia in via incidentale i limiti di mobilità sternale e scapolare dell'atleta e le compensazioni che il corpo attua per ovviare alle retrazioni muscolari. Quindi può essere una spinta motivazionale a lavorare su una debolezza che una volta risolta avrà ricadute positive in molti altri movimenti oltre che sulla salute e longevità atletica del praticante di CrossFit
Cinque motivi per fare Russian Swing nelle vostre sessioni di allenamento:
  1. La kettlebell non è fatta per essere impugnata a due mani, già la versione a due mani è un adattamento;
  2. Il russian swing a due mani rimane sempre e comunque il movimento di base dal quale non si può prescindere per la costruzione di un solido american swing;
  3. Si conferma più sicuro per la salute dei gomiti e delle spalle.  Lo strappo / snatch ad un braccio può essere un correttivo per coloro che hanno l'omero anteriorizzato e pure un compensativo per squilibri dovuti ad eccessive lateralizzazioni funzionali;
  4. Aumenta come pochi altri esercizi la forza esplosiva delle anche, e su questo inutile soffermarsi, la letteratura in merito è così vasta e dettagliata che possiamo tranquillamente sorvolare;
  5. Nella modalità alla russa, facendo oscillare carichi ben maggiori anche se per traiettorie minori, si rinforza grandemente la presa delle mani e la capacità di gestire l'assorbimento delle forze di decelerazione e di conseguenza il radicamento a terra;
Lo swing dell'est Europa, a prescindere dalle ulteriori divisioni delle varie scuole russe, dovrebbe entrare nella formazione di base offerta nei Box CrossFit.

Oltre ai “9 fondamentals” potremmo ipotizzare una ulteriore serie di tre movimenti da proporre ai principianti:
  1. Russian swing ad una mano;
  2. Russian swing a due mani;
  3. American swing.
Così potremo sfruttare a pieno sia le grandi potenzialità di condizionamento dello swing alla russa sia migliorare i nostri tempi, con maggiore tutela delle nostre articolazioni, nelle sessioni contenenti swing americano.
















domenica 19 giugno 2016

CrossFit a casa? Vi spiego come, parte prima.

Iniziamo con questo post una serie di articoli che conterranno alcuni utili consigli per poter proseguire i vostri allenamenti nella stagione estiva. Questa probabilmente vi porterà per qualche giorno o settimana lontani dal vostro amato Box CrossFit.

Siete fortemente motivati ad allenarvi anche quando siete lontani dal Box?

Immagino proprio di sì!

In questo breve articolo vi spiegherò come proseguire con gli allenamenti CrossFit a casa, in ufficio, oppure in albergo.

Esiste quindi una versione minimale del CrossFit?

Certo che sì!

Diversamente cadrebbe il presupposto che il CrossFit sia capacità di adattamento veloce e di reazione al mutare delle condizioni ambientali.

Se ti vuoi allenare puoi farlo. Sempre comunque e ovunque. 

I programmi corpo libero/body weight sono i più facili da modulare. Come del resto le attività di sprint o di endurance. Per non parlare dei protocolli di mobilità, di recupero attivo e di respirazione profonda (1).

Iniziamo con:


  •  Sessioni "portatili" di corpo libero/body weight.


Mettiamo il caso che abituati ad allenarvi in pausa pranzo siate costretti per due settimane a trattenervi in ufficio per sbrigare degli arretrati. Oppure che vostra moglie o il vostro fidanzato acquisti un bel viaggio "last minute".

Maledizione!

Erano proprio le due settimane in cui era programmato di migliorare i propri record personali su i famosi benchmark "The Girls", "Barbara" (2) e "Chelsea" (3).

La situazione si presenta così:
  1. Piegamenti a terra sulle braccia/push up si eseguono ovunque;
  2. Accosciate/air squat altrettanto;
  3. Un cuscino per gli addominali si rimedia sempre oppure si fa senza;
  4. Ma le trazioni/pull up? Dove le facciamo?

Nessun problema! Ecco alcune soluzioni:


  1. Se si tratta di un ufficio avrà senz'altro una scrivania, una casa un tavolo su cui si mangia. Bene sdraiatevi sotto afferrate il bordo con due falangi di almeno quattro dita ed iniziate a far trazioni fino a toccare il petto sullo stesso bordo dove tenete le dita. Il corpo va tenuto "strict" rigido, una linea unica dai talloni alla nuca. Senza ovviamente toccare il pavimento. Si rivelerà comunque duro ed allenante come se fosse eseguito alla sbarra;
  2. Per chi fosse dotato di dita d'acciaio percorse da tendini in kevlar esiste anche un "upgrade".Ci si appende, come nelle foto sotto(4), all'imbotte di una porta. Anche in questo caso l'impegno è strenuo.

Imbotte di porta per due falangi
Imbotte di porta per una falange


















A questo punto non avete più scuse, avviate il cronometro e sotto con il W.o.D!
Abbiate l'accortezza di registrarlo come (M)/modificato data comunque la non perfetta sovrapponibilità con il movimento alla sbarra.

Per ulteriori informazioni e o suggerimenti contattateci.

NOTE:

(1) 



(2) "Barbara" 5 R.F.T. (3' rest) 20 pull up 30 push up 40 sit up 50 air squat
(3) "Chelsea" 30' E.M.O.M. 5 pull up 10 push up 15 air squat
(4) Photo credit Filippo Romoli

venerdì 10 giugno 2016

Crossfit drop. To do and not to do

Il subitaneo e fragoroso rilascio del bilanciere è uno dei tratti distintivi più eclatanti ed evidenti di un allenamento CrossFit.

A volte trasforma le classi ed i Box dove esse si svolgono in qualcosa di molto simile per inquinamento acustico e vibrazioni ad una sala macchine di un vecchio transatlantico o ad una trincea battuta dal fuoco nemico.

Alcuni atleti sono dei veri adepti del drop sistematico.



Ammesso e non concesso che faccia in qualche modo "CrossFit", è davvero necessario e funzionale al miglioramento  ed alla sicurezza delle persone?

No.

Almeno per 5 motivi:
  1. Sottrae del tutto la componente eccentrica del lavoro muscolare. Si rinuncia ad un'erogazione di forza superiore fino al 40% di quella concentrica. Siamo stati principalmente disegnati per frenare che non per accelerare carichi;
  2. Di conseguenza impedisce la formazione di una capacità di presa e di serraggio della mano adeguata ai carichi sollevati. Questo può impedire il riconoscimento del vero cedimento muscolare, quando si sente che la mano sta per aprirsi abbiamo in realtà ancora margine per stringere;
  3. Rallenta la velocità del bilanciere, la sua velocità si spegne a terra e deve essere continuamente riattivata con dispendio di tempo ed energia;
  4. Il materiale per quanto appositamente progettato non è indistruttibile ed è obbligatorio rispettarlo e tenerlo in perfetta efficienza, un bilanciere anche solo leggermente piegato o con i cuscinetti deteriorati deve essere smaltito;
  5. Last but not least, da un ultimo ma non meno importante, il rilascio del bilanciere, oppure del manubrio o della kettlebell è sovente un rilascio da cedimento del sistema nervoso simpatico (S.N.S.). Una parte del nostro sistema nervoso si rifiuta, per paura, di continuare e ci impone di mollare. Questo si rileva da vari segnali dell'atleta. Il muoversi in maniera scomposta, abbandonare la postazione, girare lo sguardo altrove, tradire un eccessivo nervosismo (upset).
In quali casi invece è concesso assolutamente il drop:

  1. Quando per cedimento muscolare e psicologico è meglio lasciar cadere il bilanciere o comunque l'attrezzo che compromettere la propria sicurezza;
  2. La ricerca del massimale nelle due alzate olimpiche, Clean and Jerk e Snatch.
Conviene davvero imparare a recuperare senza abbandonare l'attrezzo, Noi lo definiamo "riposo etico" ovvero come lo stanno effettuando gli atleti nelle foto qui sotto...


CrossFit Pistoia


Buon allenamento!

giovedì 26 maggio 2016

CrossFit e Stretching, CrossFit e Mobilità

Lo stretching è un argomento che raccoglie consensi unanimi.

Ma al di là di questo primo ed immediato consenso le opinioni si dividono e si contrappongono e le prassi operative si livellano verso il basso.

Chi vi scrive è anche un vecchio praticante di Arti Marziali e di Sport da Combattimento e il mondo dei guerrieri del ring e del tatami ha certamente da dire la sua in fatto di allungamento muscolare e di aumento dell'escursione articolare (pienezza del R.O.M.).

In ambiente CrossFit si parla più sovente di "mobility/mobilità" ed alcuni Box hanno nel loro palinsesto orari appositamente dedicati a questa metodica di recupero attivo.

Avere una o più ore alla settimana riservate al recupero attivo ed alla compensazione è una condizione invidiabile e segno di un alto livello di cura e di specializzazione.

Nella maggior parte dei casi per contro non è così.

Tutti vanno sempre di fretta, atleti ed appassionati di CrossFit compresi.

Questi inoltre risentono molto del ritmo serrato dei workout, delle poderose somministrazioni di intensità negli allenamenti.

Abbiamo così che anche dopo la conclusione del lavoro:

  1. Il battito cardiaco si mantenga alto;
  2. La respirazione resti più veloce e superficiale;
  3. Il sistema nervoso simpatico sia fuori soglia ben oltre il termine della lezione.

Il "Qi" in una sola parola ben nota agli studiosi di Arti Orientali rimane, purtroppo, troppo alto.

Stretching e mobilità possono aiutare?

Certamente.

Ma a "motore tiepido" non a "motore caldo". La procedura di uscita dalla massima attivazione muscolare, cardiaca ed ormonale è ancora più delicata di quella di ingresso.

Un buon "cool down" è, a nostro avviso, più importante, fatti tutti i debiti distinguo, di un buon "warm up".

Serve tempo. Servono metodo e conoscenza.

Un minimo "sindacale" di 10 minuti di mobilità al termine della consueta ora di lezione è comunque il benvenuto.

Ma la "finestra" di guadagno sulla mobilità è in realtà una "porta finestra a tre ante" di ampiezza, non temete.

Cosa fare finita la lezione?

Alcuni consigli:


  1. Bagni caldi alternati a docce fredde e viceversa per favorire lo smaltimento dei metaboliti (prodotti di scarto) dell'allenamento ed ossigenare i tessuti;
  2. Tecniche di massaggio ed auto massaggio con oli specifici, sostanze lenitive e prodotti erboristici e fitoterapici;
  3. Terapia ed auto terapia con Trigger point, rulli e palline;
  4. Lettini "chiodati" svedesi e "cavallini" svedesi, oppure in maniera artigianale auto pressione con semplici manici di scopa stondati;
  5. Yoga, Pilates, Piloga ed altri protocolli di recupero attivo in movimento o statici per la tonificazione e la compensazione della muscolatura profonda... ma condotti da chi sappia esattamente ciò di cui ha bisogno un atleta di CrossFit!;
  6. Tai Chi, Qi Gong, Pranayama e meditazione;
  7. Stretching a coppie in modalità "A.I.S";
  8. Forme e figure coreografiche con armi, clave e "Shadow boxing";
Ciascuno di questi otto punti meriterebbe una trattazione specifica e ci riserviamo di farlo in successivi articoli o in privato su richiesta specifica.

Buon allenamento!

domenica 15 maggio 2016

CrossFit d'estate? Assolutamente si!



Gli istruttori e i gestori dei centri fitness convenzionale già da maggio ricevono gli auguri di buon Ferragosto...

"Poi ci si vede a settembre, se non fa ancora troppo caldo, però!".

La riduzione del notevole tasso di abbandono dei programmi di allenamento durante la stagione estiva è uno dei grandi margini di miglioramento del mondo del fitness.

Il CrossFit condivide questa mesta tendenza o ne è virtuosamente estraneo?

In base alla nostra esperienza ed alle testimaonianze di altri operatori e colleghi possiamo dire che è attenuata ma presente.

Come farvi rimedio?

Rendendo più ricca e variata l'offerta estiva.

Allenarsi fuori è bellissimo. Sia d'estate che d'inverno, in ogni stagione.

Ma l'estate concede condizioni climatiche, salvo i picchi stagionali di caldo, più confacenti alla maggioranza delle persone.

Cosa mantenere nel Box?

I cicli di costruzione, mantenimento e richiamo di forza.

I nostri atleti hanno bisogno di poderosi e ponderosi bilancieri, con decine di dischi,di kettlebell grandi come angurie e di manubri delle dimensioni di una valigia! Tutte cose difficilmente trasportabili. Queste rimarranno nel Box.

Maggio è il mese del dimagrimento per la presenza della fase massima (acrofase) di produzione circannuale endogena di GH (ormone della crescita) che nel Box potremmo incrementare con specifici protocolli con grandi carichi e modulazione dei riposi.

Poi via tutti fuori!

Combinazioni di sprint e di movimenti ginnici possono essere effettuati quasi ovunque.
Ovviamente CrossFit si tiene ben lontano dalle lunghe sessioni usuranti di corsa o pedalata.

Possiamo personalizzare i programmi in base alle ferie dei nostri atleti.



Mare e montagna concedono opportunità incredibili per variare le routines ed inserire nuove ed impreviste difficoltà.

Nuotare in mare, correre in quota. Tutte prove radicalmente CrossFit.

Ecco alcuni video della nostra attività in spiaggia 2015:

https://www.youtube.com/watch?v=ce59T1XqN7s

https://www.youtube.com/watch?v=yfLCw2itzS0

Mentre nelle pertinenze del Box si può correre trascinando una slitta:

https://www.youtube.com/watch?v=Yi14SbDTqbg

Il riposo è importante, decisivo, fondamentale ma non oltre i 9 giorni (la nundina degli antichi romani).

A settembre vi vogliamo al Box più forti e numerosi che mai!

Per programmare la vostra stagione di allenamenti estivi contattare l'autore al 3497237611

mercoledì 11 maggio 2016

Crossfit due volte alla settimana. Può bastare?


Questa è una domanda molto ricorrente sia tra chi pratica già CrossFit sia tra coloro che vorrebbero iniziare.

Proprio tra le fila di questi ultimi serpeggia un po' di scoramento e pessimismo dietro alla ansiogena questione.

Tranquilli. La nostra risposta è un fermo sì.


Due allenamenti di CrossFit alla settimana possono bastare, eccome. Basta seguire alcune accortezze che il vostro trainer avrà cura di suggerire.

Facendo il CrossFit consapevole uso dei tre sostrati energetici del corpo umano, di breve medio e lungo periodo, le due sedute settimanali li devono attraversare tutti.

Stesso discorso per i domini modali, ginnico metabolico e con sovraccarichi. Questi devono essere equamente distribuiti nelle due sessioni.

Come fare?

Alcuni esempi:

Giorno 1

  1. Alternate E.M.O.M. 1' Pull up/1' G.H.D. Sit up/1' Hand release push up per 4 rounds, totale 12 minuti;
  2. A.M.R.A.P. 7 minuti, 12 Deadlift @ 1 body weight, 8 Power clean @ 50% b.w., 4 Power snatch @ 30% b.w.;
  3. 3 rounds/ 1' rest di “Tabata” 8 * (20 work/ 10 rest) al Concept 2 Rower.

Giorno 2

  1. 5 rounds for time 5 burpee pull up/ 10 power clean & power jerk/ 15 cal assault bike;


In questo modo abbiamo avuto una prima mandata di monostrutturali, uno per ogni dominio modale.
La somma dei tre workout per il principio dell'azione di massa ha probabilmente innescato, soprattutto nelle 24 ore successive, un consumo lipidico. Calibrando bene i carichi e le ripetizioni del lavoro con il bilanciere si dovrebbe aver avuto una sufficiente deplezione di fosfageni. La deplezione di glicogeno risulta, in percentuali variabili, a carico dei primi due w.o.d.

La seconda somministrazione sussume il lavoro del primo giorno ed avendo dopo di se un considerevole lasso di tempo dedicato al recupero ed alla sovracompensazione può essere condotta ad intensità sub massimale con punte di massimale.

Sarebbe buona regola inserire al termine almeno un esercizio di compensazione per allontanare il rischio di infortunio e consolidare i guadagni ottenuti.


Questo è solo un esempio tra i tanti possibili.

Ciò che massimamente conta è una ferma volontà ed una attitudine serena e positiva nei confronti di se stessi e degli altri.

Buon allenamento!

Per allenarsi direttamente con l'autore chiamare il 3497237611


sabato 9 aprile 2016

Curare la schiena nel CrossFit, le sospensioni e non solo

Nel blog del centro fitness che ospita il nostro Box CrossFit Pistoia abbiamo trattato dei benefici delle sospensioni

http://www.sportesalutepistoia.it/blog/2016/04/mal-di-schiena-sospensioni/

La foto della ragazza a testa in giù e appunto fatta nel box al termine di un workout di CrossFit

Sospensione inversa con stivali anti - G
E nell'articolo si citano molti esercizi fatti nei nostri allenamenti.

Proponiamo infatti le sospensioni come forma di compensazione delle tensioni che si scaricano sulla schiena durante un w.o.d. CrossFit.

L'esempio più evidente sono le alzate olimpiche in modalità "Power" o "Muscle", ovvero quelle in cui l'energia del carico del bilanciere che si spegne sull'atleta non è dissipata dalla completa accosciata. Queste generano enormi forze di compressione su ossa tendini e connettivo.

Per compensare tali forze ne occorrono di eguali e contrarie.

Possono essere queste generate con il semplice allungamento muscolare, statico e o semi statico?

A nostro avviso no, e tanto meno in 5 o 10 minuti a termine sessione nel cool down finale.

Una soluzione percorribile nella direzione su esposta è quella di eseguire una sessione di sospensioni in aggiunta o in sostituzione allo stretching ed alla mobilità ordinaria.




Nelle foto sopra una serie completa di prese per la sospensione.

Inoltre possiamo inserire anche una torsione spinale in sospensione per agire in allungamento incrociato aiutandosi con i montanti della sbarra come nelle foto sotto:



Se si dispone degli stivali anti G possiamo esercitare ulteriori forze compensative come nella foto in apertura di articolo.

Non sono le uniche opzioni.

Possiamo citare ancora altre metodiche di livello superiore allo stretching ordinario che però meritano tutte una trattazione a parte:
  1. Lo stretching attivo isolato a coppie o quanto meno auto assistito;
  2. Isometria a coppie con o senza rilascio dinamico;
  3. Metodi di compensazione a flusso continuo delle catene cinetiche attivate in precedenza;
  4. Respirazione profonda e meditazione.
Ci proponiamo ti tornare sui punti precedenti con maggior dovizia di istruzioni e di particolari.

Per analisi di situazioni personali, dubbi e o chiarimenti contattare direttamente l'autore al 3497237611




venerdì 1 aprile 2016

"Fran" spiegato ai nuovi crossfitters, #3


Avete letto i nostri precedenti articoli sul celebre e temuto w.o.d. "Fran"?



Vi diamo ora alcuni ulteriori "Tips & Tricks" ovvero trucchi e suggerimenti per proseguire nel vostro percorso di miglioramento della performance oppure per rendere più vario il vostro workout.

Modifichiamo gli attrezzi, abbandoniamo per alcune sessioni il bilanciere per eseguire il thruster. 

Andiamo a prendere due manubri esagonali... 

Posizione di partenza in accosciata con i manubri
Distensione finale con i manubri
... oppure due kettlebell...

Posizione di partenza in accosciata con kettlebell
Distensione finale con i kettlebell
Se già avete un tempo di esecuzione soddisfacente potete provare a vedere se e quanto si modifica con due manubri da 20 chili (totale 40 sul vostro organismo) oppure con due classiche "palle" da 24, in quest'ultimo caso il peso sale di 5 chili totali.

Esiste ed è categorizzato un "Heavy Fran" da 63 chili di thruster e circa 10/11 chili di sovraccarico alle trazioni.

Ma la nostra attenzione si rivolge soprattutto a chi vuole migliorare il proprio livello oppure vuole entrare in categoria Rx'd.

Quali sono i vantaggi di provare ad utilizzare attrezzi diversi?

  1. I due attrezzi vincolano meno al piano frontale. Senza dubbio l'aderenza al piano frontale migliora notevolmente l'efficienza dell'alzata con bilanciere. Ma praticanti non in perfetta fisiologia articolare e posturale rischiano di essere ulteriormente danneggiati dal blocco imposto dall'impugnatura della sbarra;
  2. Con due linee di spinta separate si ha un effetto "autocentrante" ed indipendente di ciascuna spalla, la più forte non prevarica la più debole;
  3. Il bilanciere, lungo 220 centimetri, con la rotazione dei cuscinetti genera una forza volvente che fa "sbandierare" notevolmente l'atleta nella fase finale della distensione;
  4. Manubri e kettlebell oltre ad annullare l'effetto di cui sopra risultano molto più comodi da impugnare anche nell'accosciata e consentono una notevole varietà di prese e posizionamenti. Ne gioveranno soggetti con una ridotta flessibilità tibio tarsica.
Quindi ci potremmo cimentare con:

"Russian Fran"
21-15-9
2 kettlebell thruster @ 24/16/12/8
pull ups

"Octagon Fran"
21-15-9
2 dumbell thruster @ 20/18/16/12
pull ups

"O.F." potrebbe risultare molto affascinante ed evocativo per la preparazione atletica di atleti di sport da combattimento in quanto la forma dei manubri ricorda quella del celeberrimo ottagono delle Mixed Martial Atrs.

Buon allenamento!

domenica 20 marzo 2016

CrossFit Games Open 16.4. La sfida delle ragazze del nord



Un nuovo live show per comunicare a tutti gli appassionati il contenuto del w.o.d. 16.4

https://www.youtube.com/watch?v=4RmAFCuSoZ8

questa volta si sfideranno in diretta le fortissime, bellissime e biondissime islandesi Katrin Davidsdottir, vincitrice del Games estivi del 2015 e Sara Sigmundsdottir.

Teatro della prova la Schriever Air Force Base di Colorado Springs in Colorado.

Questo per rimarcar ulteriormente il forte legame esistente tra il CrossFit e le forze armate americane ed in genere tutti coloro i quali ricoprono negli Stati Uniti d'America incarichi operativi.

I temutissimi w.o.d. della categoria "Hero" sono dedicati a crossfitters caduti per cause di servizio e spesso sono associati a raccolte di fondi per beneficenza e a sostegno di specifiche fondazioni.

Il C.E.O. dei Games annuncia al cospetto delle due campionesse della terra dei ghiacci un nuovo "Chipper workout":

RX'D:

55 Deadlift @225/155 lbs;
55 Wallball @20/14 lbs;
55 Calories Concept 2 rower;
55 Hand Stand Push Ups.
A.M.R.A.P. 13'

Semplice e coerente nella sua costruzione questa prova alterna movimenti di tirata a movimenti di spinta. Le anche e la gambe, già provate nei primi tre movimenti, devono continuare ad essere reattive anche nel movimento conclusivo, le distensioni sulle braccia a testa in giù.

Il "Game plan" è di nuovo cruciale, sono numeri alti di reps. Occorre una buona capacità di trovare un ritmo coerente con il proprio stato di preparazione e con la confidenza che sia ha con i movimenti ed i carichi proposti.

La partizione più semplice potrebbe essere 5 x 11 di ogni esercizio, fatta eccezione del rower dove lo schermo da tutte le indicazioni necessarie e possiamo smettere di contare. Si risparmiano energie mentali per il dispendioso ultimo test, gli H.S.P.U.

In quest'ultimo la tenuta degli avambracci farà la differenza per tutti, una buona accortezza potrebbe essere durante i primi stacchi da terra ruotare ad ogni interruzione la tipologia di presa, da doppia prona a prona supina alternando destra e sinistra.

Buon allenamento1